Qual è la vostra idea di femminilità? Sono solita fare questa domanda in consultazione soprattutto alle donne che stanno programmando un'eventuale maternità. Nonostante l'effettiva intenzione e felicità della donna di programmare una gravidanza e quindi di immaginarsi madre dei propri figli, in molte ragazze la percezione di femminilità non va di paripasso con quella di maternità. La donna, in quanto tale, trae piacere e godimento dalla possibilità di sentirsi attraente, desiderabile, seducente. Femminilità per molte donne significa grazia, bellezza, eleganza, seduzione. Come si può incastrare la seduzione e il sentirsi femmina nelle donne che desiderano avere un figlio? Quando chiedo quale idea le donne abbiano di maternità, mi rispondono all'unisono il senso di responsabilità, il senso del dovere, l'attenzione, la cura, la premura verso il figlio. Il significato dietro queste risposte è molto profondo perchè nasconde l'impossibilità di conciliare due concetti che vengono vissuti come assolutamente in contrasto (il senso del piacere della femmina, con quello del dovere di essere madre). Una donna madre, per il fatto stesso di essere madre, pensa di perdere attrazione agli occhi del compagno o del marito e risulta meno interessata alla cura di sè e del proprio corpo perchè riversa tutte le sue attenzioni sui bisogni del figlio.
L'idea di base è che molte parti del corpo femminile, che prima potevano essere adibite al piacere sessuale e quindi all'abbandono sessuale, perdano tale privilegio nel momento stesso in cui la donna è in dolce attesa oppure diventa mamma. Basti pensare al seno; per quasi la totalità della popolazione femminile, il seno risulta essere una parte molto erotica. I seni e, in particolare i capezzoli, diventano il tasto di accensione fondamentale per la ricerca di una soddisfacente sessualità; tuttavia la gravidanza e la maternità possono condurre la donna a pensare che dal momento stesso in cui saranno madri, il seno sarà una parte del corpo totalmente riservata alla terza persona, al figlio. Non è raro ricevere in consultazione donne che pongono il loro senso di responsabilità e il loro rigore anche e soprattutto a livello corporeo; ciò che prima poteva essere designato come recettore del piacere, lascia il posto al dovere verso il figlio. Lo spostamento del focus sul figlio, piuttosto che sul compagno o marito, genera di conseguenza non poche situazioni di conflitto e frustrazione all'interno della coppia. Tuttavia, la profonda frustrazione che emerge dalle donne neomamme è l'incapacità di rimanere in contatto con le proprie sensazioni corporee, di aver il focus su di sè, prendendosi totalmente cura di sè per piacere a loro stesse piuttosto che al compagno o marito. Il lavoro che viene svolto in terapia sessuologica nello specifico è relativo al recupero o alla reintegrazione della componente femminile nella condizione di maternità. Una madre può essere femminile, pur assumendosi sulle spalle la responsabilità di essere madre. Il senso della terapia in questo caso consiste nel fare coesistere un senso del piacere con quello del dovere e non per questo destabilizzare il ruolo di donna. Diventare madre non significa rinunciare al piacere sessuale; questo può e deve essere soddisfatto perchè è un piacere fisiologico e naturale che consente alla donna in quanto tale di avere cura di sè, di sentirsi libera e di legittimarsi un proprio spazio di abbandono al piacere, che sia legato ad uno spazio individuale come la masturbazione oppure ad uno spazio di coppia come il rapporto sessuale. Dire di sì al figlio non significa dire no alla propria condizione di femminilità; l'esperienza della gravidanza e della maternità rappresentano un momento di grande cambiamento rispetto al ciclo vitale in cui la donna si trova; è importante rimettere insieme tutti i pezzi della propria identità e dei propri ruoli per vivere all'interno di un nuovo equilibrio anche l'esperienza materna.
Comentarios