Prima di poter definire normale o fuori dalla norma una sessualità, parto con l'argomentare cosa si intenda esattamente per sessualità: "la sessualità è l'insieme di fenomeni psicologici e di comportamenti finalizzati al sesso". L'appagamento del piacere fisico avviene attraverso 1. il desiderio 2. l'eccitazione 3. l'orgasmo genitale: questa è la curva normale della sessualità descritta molto bene anche da H.Kaplan, che ha curato molto bene tutti gli aspetti oggettivi e descrittivi della linea della sessualità.
Per poter arrivare al soddisfacimento del rapporto sessuale, fine ultimo della prestazione sessuale, è opportuno che sia presente un desiderio sessuale di partenza o fantasia sessuale, che, in seconda sede, si concretizza in eccitazione (lubrificazione per le donne ed erezione peniena nell'uomo) e, solo in ultima battuta, si arriva all'orgasmo, che rappresenta la risoluzione dell'atto sessuale. I sintomi sessuali possono sopraggiungere in tutte e tre le fasi della sessualità (desiderio, eccitazione, orgasmo) e sarà compito del sessuologo capire esattamente il momento esatto del sopraggiungimento del sintomo e della sua eventuale permanenza più o meno cronica.
Secondo l'organizzazione mondiale della sanità (OMS), la salute sessuale e riproduttiva comprende lo stato di benessere fisico, mentale e sociale. "La salute non è solo assenza di malattia, ma EQUILIBRIO PSICOFISICO". Questa affermazione è molto importante perché stabilisce che non basti l'assenza di dolore o situazioni spiacevoli, piuttosto c'è un recupero del concetto di PIACERE, che oltre ad essere bersaglio della sessualità definita normale, diventa anche bersaglio della sessualità "patologica" o perversa.
La PERVERSIONE ha a che vedere con comportamenti devianti dalla norma oppure con comportamenti opposti ad essa, non necessariamente antisociali. Come si produce la perversione? Questo allontanamento dalla norma si sviluppa prima nella mente, per poi produrre dei comportamenti distorti rispetto al senso comune; la definizione di normalità va sempre contestualizzata dal fattore culturale, per cui ciò che può essere normale in Italia, potrebbe per esempio non esserlo in Africa; gli usi, i costumi, le tradizioni, ma anche le leggi possono differire da paese a paese ed è sempre molto importante tenere di conto di questo fattore anche al fine della eventuale risoluzione del sintomo.
In sessuologia, il comportamento deviante viene anche denominato PARAFILIA.
La parafilia, o pseudonormalità, è un interesse intenso e persistente (quasi ossessivo) che si distingue dalla stimolazione genitale e dai preliminari sessuali con il partner, ma è un qualcosa che risulta comunque al limite tra normalità e patologia anche perché entrambi i partner sono consenzienti. Ciò che caratterizza la parafilia è che l'eccitazione sessuale viene suscitata in modo ricorrente da oggetti inusuali o da situazioni inusuali in cui tuttavia non è previsto il recar danno al partner o terzi. La parafilia viene solitamente vissuta come EGOSINTONICA, cioè la persona non prova disagio rispetto alla propria sessualità deviante.
Il DISTURBO PARAFILICO invece, sconfina la normalità, reca danno al partner o terze persone; la persona con disturbo parafilico ha solo questa forma esclusiva di piacere, legata appunto al trarre godimento dall'infliggere sofferenza ad altre persone oppure dal vederle star male. Il piacere in questi casi è presente, perché le persone arrivano all'eccitazione e dunque all'orgasmo, ma è un piacere fuori dalla norma. Il disturbo parafilico è un'evoluzione in senso negativo della parafilia non solo perché può produrre danno a terzi, ma anche perché può produrre disagio e danno alle persone stesse, in questo senso quindi è un disturbo sempre egodistonico. In conclusione, come si fa a distinguere una parafilia da un più serio disturbo parafilico? I criteri discriminanti sono due:
1. la qualità della parafilia- valutazione di essa
2. le conseguenze negative che la parafilia può arrecare: che disagio provoca sulla persona o su altre persone?
E' importante parlare anche di sessualità patologica, perché troppo spesso non se ne parla, vuoi per tabù, vuoi per imbarazzo e vergogna. La sessualità è soggettiva e soggettivo è il modo di viversela: attenzione però. Se sei vittima di violenza, se percepisci dei sentori distorti dal tuo concetto di sessualità, se non condividi, se hai paura di parlarne apertamente col partner, chiedi aiuto a persone con specifiche competenze. Il sesso va vissuto, non subito.
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